Altre 2 Ottime recensioni Per i NUT

Le nostre orecchie attente lo hanno ascoltato con piacere, promuovendo la loro proposta senza riserve.Sonorità piene e desiderio di allargare sempre gli orizzonti, in un viaggio che amalgama prog, metal, post rock e sperimentazione.

http://www.rockeisuoifratelli.it/2013/12/20/digestioni-48/

E' dal 2009, anno in cui la band pisana vide la luce, che i NUT riescono a sorprendere, passo dopo  passo, per creatività, perizia tecnica e passione. Già il loro primo EP “Hapax” propose al pubblico italiano e d'oltremanica non una semplice promessa, ma una concreta realtà musicale. Grande personalità che riusciva a sviluppare temi cari ai primissimi Pink Floyd, ai Mogway o a certo Nu-Metal, riplasmandoli in materia del tutto originale dando forma ad una creatura del tutto nuova che, senza  snaturare le primigenie fonti d'ispirazione, si proiettava verso orizzonti nuovissimi e intensi. “Gravità Inverse”, il loro primo album del 2011, ne è prova evidente. Non è certo un caso che ad esso abbiano partecipato figure quali Nicola Manzan (Teatro degli orrori, Bologna Violenta) e Marina Mulopulos (Almamegretta, Malfunk, Tilak) e che la produzione sia stata curata da Giulio Favero (One Dimensional Man, Zu, Teatro degli orrori). Una serie di cause e situazioni porta la band, dopo un periodo di silenzio, a riproporsi come duo e a dare vita, oggi nel 2014, a “Babylon”. Un concept album? Certamente, ma che va ben oltre una sterile raccolta di suoni, canzoni ed emozioni. Matteo Sciocchetto (voce, chitarra, basso e piano) e Matteo D'Ignazi (batteria, chitarra e sonorizzazioni varie) sviluppano ulteriormente l'idea madre regalandoci un album pregno di genio e affascinante ricerca sonora, misticismo e prorompente potenza esecutiva.    Dall'iniziale Whisper alla conclusiva Addiction le sette tracce contenute in questo splendido album ammaliano la mente e scuotono il corpo con tessiture armoniche, giostre ritmiche e arabeschi sonici che spingono a più e più ascolti alla ricerca di gemme non ancora colte o delizie nascoste non ancora assaporate. Psichedelia oscura e pulsioni progressive, eruzioni metalliche che si sciolgono in onirici arpeggi chitarristici mai fini a loro stessi, bensì sempre parte, razionalmente studiata, di un tutto. Corpo e anima. Passione e spiritualità. Ottima la produzione curata dagli stessi NUT e da Marco Gorini che assembla ogni tassello sonoro in un mosaico affascinante e coinvolgente. Sarà davvero interessante vederli dal vivo quando il duo verrà affiancato da Luca Federighi alla chitarra, Giulio Lorenzini al basso e Filippo Cosci alla chitarra. Menzione doverosa alla bella confezione curata da Riccardo Zulato (Cikaslab.com). Un altro passo da giganti. Davvero un gran bel disco!

http://www.distorsioni.net/canali/dischi/dischi-it/babylon